Vaccini, contagi e mascherine: cosa significano davvero le parole dell’immunologo Fauci

di Silvia Turin

Fanno discutere le dichiarazioni sulla variante Delta dell’immunologo Usa: «Il livello di virus nei vaccinati che si infettano, un evento raro, è identico nei non vaccinati»

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Anthony Fauci (Ap)

«Ora abbiamo a che fare con un virus diverso»: ha detto Anthony Fauci, capo consulente medico della Casa Bianca, riferendosi alla variante Deltadel coronavirus e alla decisione dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) sulla raccomandazione di indossare mascherine da parte dei vaccinati. «Questo non è il virus originario. Ha capacità molto più efficienti nella trasmissione da persona a persona», ha aggiunto Fauci, ribadendo l’aumentata contagiosità della variante e ha spiegato: «La Delta può contagiare anche le persone che sono state vaccinate e queste possono a loro volta trasmettere il virus ad altri».

Tornano le mascherine

I CDC martedì hanno raccomandato che le persone completamente vaccinate tornino a indossare mascherine al chiuso in luoghi dove ci siano alti tassi di trasmissione (negli Usa le contee che hanno sopra i 50 casi per 100mila residenti in un periodo di sette giorni). Delta è ora il ceppo dominante negli Stati Uniti, come in altri centinaia di Paesi al mondo (compresa l’Italia) e la sua corsa non si ferma proprio grazie alla sua capacità di contagiare, stimata tra il 40 e il 60% più alta rispetto alla variante Alfa, che a sua volta era il 50% più infettiva del ceppo Wuhan originario del SARS-CoV-2. «Con circa la metà degli americani non ancora vaccinati ci sono due pandemie a velocità diverse negli Usa», Fauci ha ribadito e ha aggiunto che «è necessario che la maggioranza delle persone si vaccini. Se arriviamo all’85-90% di popolazione vaccinata, la variante Delta non avrebbe molti posti in cui andare e alla fine sparirebbe».

«Nuove prove scientifiche»

I funzionari del CDC sono stati persuasi al nuovo ordine «da nuove prove scientifiche che dimostrano che anche le persone vaccinate possono essere infettate e possono portare il virus in grandi quantità», scrive il New York Times riportando l’opinione della dottoressa Rochelle P. Walensky, direttrice dei CDC, che ha aggiunto: «In rare occasioni, alcune persone vaccinate infettate da una variante Delta possono essere contagiose e diffondere il virus ad altri».
Fauci, infine, in un video su YouTube ha riassunto la stato delle conoscenze attuali ricordando che, con la vaccinazione completa, scendono la probabilità di contagiarsi, di trasmettere il contagio, di andare in ospedale e di morire.

Non ci sono studi pubblicati

Quanto è contagioso un vaccinato infettato dalla variante Delta? La variabile «contagiosità di un vaccinato» non dipende solo dall’efficacia del vaccino che ha ricevuto: l’efficacia del vaccino misura la protezione della singola persona dal prendere il virus. La capacità di trasmissione, invece, misura la potenzialità di infettare gli altri. Su quest’ultimo punto e la Delta, i dati sono pochi e vengono perlopiù dal Regno Unito dove la Delta è dominante da molto. Non ci sono studi pubblicati sulla trasmissione da un vaccinato a un’altra persona, ma le analisi (come sottolineato dai CDC) sono in corso. Fino ad ora bisogna basarsi su quello che sappiamo dalle altre varianti.

L’efficacia del vaccino

L’efficacia del vaccino nel proteggere la singola persona dal prendere il virus in Italia si stima che sia all’88,5% per i vaccinati con 2 dosi (fonte Istituto Superiore di sanità, ndr). Gli ultimi dati inglesi parlano di una protezione (con 2 dosi) dal 65 al 90%. Pensiamo a un ambiente chiuso con uno o più positivi: se i presenti sono tutti vaccinati se ne infettano, nel peggiore dei casi, 35 su 100. I vaccini prevengono l’infezione e gli individui non infetti non possono trasmettere; quindi, i vaccini sono anche efficaci nel prevenire la trasmissione. La protezione è alta ma non totale: sappiamo che ci si può riammalare, ma anche che la malattia da Covid sarà (nella quasi totalità dei casi) lieve.

La carica virale e la contagiosità dei vaccinati positivi

Cosa significa? Che anche quando il vaccinato fosse positivo trasmetterà meno virus? Sì, lo si capisce dai dati sui contagi, che però sono empirici. Studi specifici sulla trasmissione (di solito in famiglia) tra un vaccinato positivo e un’altra persona non ci sono sulla Delta, lo abbiamo scritto. Non ci sono nemmeno studi sulle cariche virali, che sono ancora più difficili da fare. Ci sono, però, quelli che riguardano la variante Alfa e hanno dimostrato che le possibilità che un vaccinato possa contagiare sono bassissime. Le persone vaccinate non si infettano allo stesso modo e, nella gran parte dei casi, non hanno sintomi. Questo significa che la loro carica virale è bassa e c’è una possibilità inferiore di contagiare gli altri. Se cala la quantità di virus che si replica, diminuisce molto anche la sua circolazione.
Uno studio sulla trasmissione domestica in Inghilterra ha scoperto che i contatti familiari di casi vaccinati con una singola dose avevano circa il 40-50% di rischio ridotto di infettarsi. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica New England Journal of Medicine NEJM (una delle più prestigiose) coordinato da scienziati del servizio pubblico britannico (PHE), ma relativo alla variante Alfa, perché svolto fino al 28 febbraio.
Anche in Usa e Israele sono stati condotti studi simili: sempre sul NEJM i CDC hanno pubblicato una ricerca effettuata dal 14 dicembre 2020 al 10 aprile 2021 su 3.975 sanitari. È stata riscontrata una carica virale media inferiore del 40% nei soggetti vaccinati positivi. Il rischio disintomi febbriliè stato inferiore del 58% e la durata della malattia più breve di 2-3 giorni. I vaccini hanno attenuato la carica virale, il rischio di sintomi febbrili e la durata della malattia.
Uno studio condotto a febbraio in Israele
(non ancora pubblicato) ha analizzato persone risultate positive al test SARS-CoV-2 dopo l’inoculazione con il vaccino Pfizer: la carica virale era ridotta di 4 volte per le infezioni che si erano verificate 12-28 giorni dopo la prima dose di vaccino.

Il doppio scudo dei vaccinati: in «entrata» e «uscita»

Sono studi sulla variante Alfa, ma ci portano a credere che, pur considerando la maggior contagiosità della Delta, i vaccinati siano innanzitutto protetti dal contagio (come abbiamo visto, tra il 65 e il 90%, ndr) e, se anche contagiati, ospitino una carica virale ridotta che abbassa fortemente le probabilità di contagiare. Quali sono le variabili che restano da calcolare? Le interazioni tra questi due fattori: se in una stanza ci sono io, vaccinato che ho contratto il virus, comunque sarò meno infettivo rispetto a chi ha contratto il virus senza vaccinarsi. Di più: se mi trovo in un locale al chiuso, la mia pur minima capacità infettiva sarà praticamente nulla nei confronti di un vaccinato, che a sua volta è protetto dal contagio (più o meno a seconda delle dosi che ha fatto e del vaccino che ha fatto). In pratica ci sono due scudi che ci proteggono. Se incontro una persona non vaccinata, io sarò «poco contagioso», ma lui non avrà scudi di protezione e sarà totalmente suscettibile al mio pur debole virus.

29 luglio 2021 (modifica il 29 luglio 2021 | 18:13)