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26 Giugno 2020

COVID-19, cosa abbiamo imparato sul contagio

Dopo sei mesi di crisi sanitaria del nuovo coronavirus esiste un certo consenso tra gli esperti riguardo le modalità di contagio della malattia. Sappiamo, per esempio, che non è comune contrarre COVID-19 attraverso il contatto con una superficie contaminata e che è improbabile contagiarsi in seguito a incontri fugaci con persone all'aperto.

La principale ragione di contagio, affermano gli esperti, sono le interazioni ravvicinate tra persone per periodi prolungati, per esempio una riunione familiare o tra amici in casa, o nel posto di lavoro. Per gli stessi motivi, eventi affollati, aree scarsamente ventilate e luoghi in cui le persone parlano a voce alta, o cantano, sono situazione nel quale il rischio di contagio è maggiore.

Recenti studi hanno dimostrato che i lockdown su larga scala hanno impedito milioni di contagi e morti in tutto il mondo. Adesso, con maggiore esperienza e una migliore preparazione, alcune città e alcuni Stati si stanno preparando con misure mirate per evitare che il virus decolli nuovamente.

La ormai nota "nuova normalità" consiste nell'adozione di una serie di misure e comportamenti che minimizzino il rischio sanitario: come protezioni di plexiglas in uffici e ristoranti, l'obbligo di utilizzare mascherine nei negozi e sul posto di lavoro, una buona ventilazione, e l'abitudine generalizzata a mantenere il distanziamento fisico quando è possibile in presenza di altre persone (amici, familiari, colleghi di lavoro, etc.).

Le raccomandazioni sulla riapertura includono la capacità da parte delle autorità sanitarie di fare i test necessari, tracciare i contatti dei contagiati e isolare tutte le persone esposte alla malattia.

Un aspetto critico legato al contagio del nuovo coronavirus è che la trasmissione è facilitata da attività apparentemente innocue, come parlare e respirare, momenti durante i quali esaliamo sotto forma di piccole goccioline e vapore anche il virus, che può essere trasportato dalle correnti d'aria e contagiare altre persone vicine. Specialmente in ambienti chiusi.

La ventilazione è un fattore molto importante per evitare il contagio. Fino a oggi, le agenzie sanitarie hanno identificato il contatto con le goccioline respiratorie come la principale modalità di contagio, ma secondo alcuni ricercatori il SARS-CoV-2 può essere trasmesso anche attraverso l'aerosol (ossia attraverso la respirazione) e inalato da altre persone. Questo aumenterebbe le possibilità di contagio. È quello che potrebbe essere successo in un ristorante di Guangzhou, in Cina, dove un commensale infetto che non aveva ancora mostrato sintomi della malattia ha trasmesso il virus ad altri cinque clienti del locale seduti ai tavoli adiacenti. La ventilazione nello spazio era scarsa, con gli aspiratori spenti, secondo uno studio che ha esaminato le condizioni del ristorante. Il virus contenuto nell'aerosol della respirazione della persona contagiata potrebbe essersi accumulato nell'aria e, trasportato dal flusso dell'aria condizionata, aver raggiunto i tavoli vicini. Ecco perché la ventilazione nei luoghi chiusi è cruciale.

Un altro fattore da tenere in considerazione è l'esposizione prolungata ad altre persone. Questo è generalmente definito come 15 minuti o più di contatto non protetto con qualcuno a meno di 2 metri di distanza, secondo John Brooks, responsabile per l'emergenza COVID-19 presso il Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Si tratta, però, solo di una constatazione empirica, ha avvisato. È sufficiente uno starnuto o dei contatti intimi o ravvicinati, seppur brevi, per massimizzare il rischio d'esposizione al virus nonostante la distanza di sicurezza sia stata rispettata e il tempo dell'incontro inferiore ai 15 minuti.

Trovarsi all'aperto è generalmente più sicuro, secondo gli esperti, perché le particelle virali si diluiscono più rapidamente nell'aria e vengono disperse dalle correnti naturali. Ma sia le goccioline che l'aerosol rappresentano un rischio anche all'aperto, quando le persone sono in stretto contatto e prolungato.

Esistono situazione che sono chiaramente d'alto rischio. Durante una prova del coro di una chiesa dello Stato di Washington, il 10 marzo, una sola persona ha contagiato 53 dei 61 membri del coro. Questo si deve al fatto che quando cantano le persone possono emettere una maggiore quantità di goccioline respiratorie a una distanza maggiore. Inoltre, quando cantano, le persone respirano più profondamente, aumentando la possibilità di inalare le particelle infettive rilasciate da altre persone nella stessa abitazione. Questo tipo di situazioni, dove una sola persona contagia un alto numero di persone, è denominato dagli esperti come evento "superspreader" (super-diffusore). Simili dinamiche di trasmissione possono presentarsi in altri contesti, dove la respirazione intensa o le chiacchiere sono parte dell'attività sociale che si svolge in quei luoghi, come palestre, spettacoli musicali o teatrali, conferenze, matrimoni e feste di compleanno, etc.

Per tutte le ragioni elencate sopra, è più probabile contagiarsi tra persone care come amici, coppie o familiari, dovuto alla maggiore vicinanza fisica permessa in questo tipo di relazioni. Ecco perché il tasso di contagio tra familiari è maggiore, secondo alcune ricerche.

Alcune persone possono essere più contagiose di altre, questo si deve a una maggiore carica virale o alla capacità di produrre un maggior numero di goccioline quando si parla. Queste caratteristiche si sommano ai fattori elencati sopra, come una cattiva ventilazione, uno spazio limitato e chiuso, molte persone che parlano per originare un focolaio.

Le politiche sanitarie degli Stati si basano su queste conoscenze, che si arricchiscono continuamente grazie a nuovi studi e ricerche, per stabilire protocolli e misure di sicurezza. Il CDC ha recentemente invitato i cittadini americani a continuare a indossare mascherine e a mantenere il distanziamento fisico, evitando i trasporti pubblici e gli ascensori per ridurre le situazioni di possibile esposizione. Sono sconsigliati gli abbracci, le strette di mano e altre forme di contatto fisico per salutarsi. L'agenzia ha anche suggerito di erigere divisori di plexiglas nei posti di lavoro e nelle scuole.

Non è possibile tornare alla normalità senza nessun pericolo, si tratta semmai di ridurre le situazioni di rischio il più possibile, dato che con questo virus dovremo convivere probabilmente per molto tempo. Qualsiasi politica o raccomandazione sanitaria è quindi soggetta a cambiamenti dovuti all'evolversi della situazione o alla scoperta di nuovi dati. [Leggi l'articolo sul Wall Street Journal]

13 Ottobre 2020 17:18
Trump, il super diffusore di disinformazione (con l’aiuto dei media)

Trump non ha bisogno dei russi per diffondere disinformazione. Ci pensano benissimo i media mainstream a dargli una mano. Il voto postale è sicuro, casi di frode sono rarissimi e hanno una portata talmente limitata da essere irrilevanti. Eppure milioni di americani, secondo diversi sondaggi, si sono convinti che il voto postale sia causa di brogli elettorali di massa.
Si potrebbe pensare che sia colpa delle "fake news", dei social media e delle infiltrazioni russe. E invece sorpresa: la principale fonte di disinformazione sul voto postale è il presidente degli Stati Uniti d'America, Donald Trump. In questo aiutato dai media mainstream di tutto lo spettro politico, che sistematicamente ne amplificano il messaggio. A dimostrarlo un nuovo studio del Berkman Klein Center for Internet and Society at Harvard University, che ha analizzato, quantitativamente e qualitativamente, 55mila storie pubblicate dai media online (inclusi siti online di TV, giornali e radio locali e fonti esclusivamente online, forum di siti che vanno da Huffington Post e Breitbart a Townhall o DailyKos fino a blog personali) attraverso Media Cloud, 5 milioni di tweet attraverso Brandwatch, 75mila post di pagine Facebook usando CrowdTangle, relativi al voto per posta e al rischio brogli, pubblicati fra il 1 marzo e il 31 agosto 2020.

1 Ottobre 2020 17:16
Cosa sappiamo delle prove della virologa cinese, Li-Meng Yan, sul virus fabbricato in laboratorio

A settembre Li-Meng Yan, virologa cinese, intervistata da Fox News, ha raccontato senza dubbi o esitazioni che il virus SARS-CoV-2, responsabile della pandemia in corso, è stato creato in laboratorio, come ha cercato poi di dimostrare in un articolo pubblicato su una piattaforma open access. Dall'isolamento del SARS-CoV-2 i tentativi di sostenere che il virus provenisse dal laboratorio di massima sicurezza di Wuhan (WIV) sono stati tanti. Ma erano affermazioni non supportate da evidenze o ricostruzioni pseudo-scientifiche inattendibili, secondo cui era stato disperso per negligenza un virus isolato in natura e studiato al WIV, o che al WIV stavano modificando per motivi sperimentali. Se così fosse stato, quei virus avrebbero riportato nella loro sequenza una precisa impronta molecolare e qualche traccia delle manipolazioni, che SARS-CoV-2 invece non ha. Nell'articolo, Li-Meng Yan costruisce una narrazione molto articolata, cerca di dimostrare con dovizia di dettagli, che chi non ha competenze in biologia molecolare fatica a seguire, come SARS-CoV-2 sia stato (o potrebbe essere stato) creato in laboratorio, per collocare alla fine la pistola fumante nelle mani di Shi ZhengLi, ricercatrice del laboratorio WIV. Ma, a un'analisi attenta, l'articolo risulta pieno di lacune e con chiari intenti politici.

18 Settembre 2020 17:15
Limitazione delle scorte di cibo, aumento dei prezzi e impoverimento dei redditi: la pandemia sta aggravando le disuguaglianze economiche

Limitazione delle scorte di cibo, aumento dei prezzi e impoverimento dei redditi. Tra le principali conseguenze negative della pandemia di COVID-19 c'è il rafforzamento delle diseguaglianze economiche. Secondo il Fondo Monetario Internazionali (FMI) nel 2020 la crescita globale prevista sarà di –4,9%, mentre la ripresa dovrebbe essere più graduale di quanto stimato in precedenza. L'FMI spiega inoltre che l'impatto negativo sulle famiglie a basso reddito è particolarmente pesante. Una situazione che mette "a repentaglio i significativi progressi compiuti nella riduzione della povertà estrema nel mondo gli anni '90". L'impatto socio-economico della pandemia COVID-19 rischia di colpire in maniera particolare i minori, secondo l’UNICEF. In particolar modo nell'Africa subsahariana e nell'Asia meridionale. Aumento di disuguaglianze e povertà non sono però fenomeni limitati ai paesi più poveri. Infatti, persone che prima lavoravano e che non si erano mai sentite obbligate a cercare aiuto ora stanno facendo la fila ai banchi alimentari anche ad esempio negli Stati Uniti, in Spagna e in Gran Bretagna.

17 Settembre 2020 17:13
La corsa geopolitica al vaccino che rischia di minare la fiducia dei cittadini

Quando è iniziata la corsa per la produzione dei vaccini per debellare la COVID-19, uno degli scenari più temuti dagli scienziati e dagli esperti di salute pubblica di tutto il mondo era rappresentato dal sacrificio della sicurezza di un eventuale vaccino in nome della velocità. Da subito, politica e scienza hanno parlato linguaggi diversi, tra chi annunciava che avremmo avuto un vaccino “entro 12 o 18 mesi” e chi, invece, predicava prudenza e invitava a non fare proclami, cercando di spiegare quanto fosse lungo l’iter di approvazione di un vaccino. Questo perché creare un vaccino è, per certi versi, la parte più semplice. Dimostrare che è sicuro ed efficace e che può essere usato in grandi fasce della popolazione e in grandi quantità, può richiedere invece anche decenni. «Sembra che ci sia una corsa per comprimere i tempi, sopprimere le scadenze e ignorare i problemi di sicurezza», ha detto Paul Offit, capo del Vaccine Education Center del Children's Hospital di Filadelfia, negli USA. Il risultato è che sempre più persone, non necessariamente antivacciniste, stanno nutrendo dubbi sulla sicurezza di un eventuale vaccino contro il nuovo coronavirus e non sono predisposte a essere vaccinate, rischiando così di pregiudicare l’efficacia di un’eventuale campagna di vaccinazione.

12 Settembre 2020 17:12
QAnon, la nuova ‘religione’ complottista dell’era Trump nata sul web, entrata nella realtà ed esplosa con la pandemia

Anche se può sembrare strano, il potere negli Stati Uniti non lo esercita il governo federale. Tutt’altro: è in mano ad un’oscura cricca di potenti pedofili che adorano Satana, succhiano il sangue dei bambini per rimanere in salute, e si sono infiltrati in tutti i gangli delle istituzioni politiche, mediatiche e culturali – Hollywood compresa. Fortunatamente, a tenere testa a questo “Stato nello Stato” ci sono Donald Trump e un gruppo di militari sotto copertura. Il presidente e altri “patrioti” stanno segretamente conducendo una guerra contro questa cricca, e tra poco i traditori finiranno a Guantanamo a scontare il resto dei loro giorni. Un anonimo funzionario dell’intelligence, conosciuto come “Q”, racconta questa grande battaglia attraverso messaggi criptici postati online. O almeno, questa è la convinzione centrale di “QAnon”- il nome della più assurda, complicata e diffusa teoria del complotto negli Stati Uniti. Sebbene le teorie del complotto facciano più presa in tempi di grandi sconvolgimenti politici e sociali, secondo diversi esperti QAnon è un qualcosa di profondamente diverso da quanto abbiamo visto finora. “È sicuramente alimentato da paranoia e populismo”, ha scritto la giornalista Adrianne LaFrance, “ma anche dalla fede religiosa. QAnon combina il fascino per il cospirazionismo con l’aspettativa di un futuro radicalmente diverso e migliore”. Preso alla lettera, tuttavia, il futuro di QAnon è apocalittico e violento. Se i tuoi avversari politici smettono di essere tali, e sono raffigurati come adoratori di Satana che bevono il sangue di bambini innocenti, eliminarli fisicamente diventa una soluzione praticabile. E il “Grande Risveglio” – il momento in cui la cricca sarà sconfitta – è di fatto un colpo di stato militare in cui politici e oppositori spariscono in campi di concentramento senza alcun processo. Non a caso, l’FBI l’ha inserito nella lista delle “minacce domestiche”. Nonostante ciò, Donald Trump si è rifiutato di prendere le distanze; anzi, l’ha velatamente supportata, definendo i seguaci della teoria come “persone che amano il loro paese”. In questo lungo articolo abbiamo ripercorso la storia di QAnon, rintracciato i suoi precedenti storici e culturali, e cercato di capire come mai delle previsioni completamente sballate abbiano generato un movimento globale.